sabato 12 dicembre 2015

Libro VII


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 Ma Ulisse
All’ostello reale il piè movea,
E molte cose rivolgea per l’alma,
Pria ch’ei toccasse della soglia il bronzo:
Chè d’Alcinoo magnanimo l’augusto
Palagio chiara, qual di Sole, o Luna,
Mandava luce
. Dalla prima soglia
Sino al fondo correan due di massiccio
Rame pareti risplendenti, e un fregio
Di ceruleo metal girava intorno.
Porte d’òr tutte la inconcussa casa
Chiudean: s’ergean dal limitar di bronzo
Saldi stipiti argentei, ed un argenteo
Sosteneano architrave, e anello d’oro
Le porte ornava; d’ambo i lati a cui
Stavan d’argento, e d’òr vigili cani,
Fattura di Vulcan, che in lor ripose
Viscere dotte, e da vecchiezza immuni
Temperolli, e da morte, onde guardato
Fosse d’Alcinoo il glorïoso albergo.

Nel VII Libro Ulisse viene accolto nell'isola dei Feaci da Nausicaa, la figlia del re Alcinoo e la regina Arete, che si offrono di accudirlo e ospitarlo nel loro palazzo.
La reggia è splendente, emana luce come se fosse sole e luna (lucentezza). Omero spende molti versi nella descrizione degli elementi del palazzo, per farne capire la sontuosità e la preziosità dei materiali, come ad esempio le pareti rivestite in bronzo e le porte in oro e argento.

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